Nato così lontano che manco sto qui a spiegarti,
27 inverni addosso adesso pesano il doppio degli anni,
Io che da sbarbato volevo stare coi grandi.
Ora darei il braccio sinistro anche solo per ricordarmi,
Tu mi hai sempre detto che sono stato il figlio di un amore immenso di un amore intenso,
Ma le parole perdon senso quando ho gli occhi rosso denso
Piango sangue il mio cuore esplode in lacrime ogni volta che ci penso.
So quanto sia squallido invidiare chi ha perso la vita,
Ma è una mancanza di rispetto a volte consentita,
E voi c'avete tutti di drammi da raccontare,
Io dopo cento strofe faccio ancora fatica a parlare.
Perché a nessuno piace piangere da solo,
C'è chi lo fa due volte al giorno e non per questo è meno uomo,
I cambiamenti richiedono sofferenza,
Io ho due vite sulle spalle e una mano sulla coscienza.
Parleranno e parleranno ancora,
Ma sta gente non la senti quando vai ai 100mila allora,
E sento ancora quel macigno in gola,
Corro pure da me stesso non importa i 100mila allora.
1, 2, 3, 4 i secondi che ho a disposizione per sentirmi affranto,
Ora riapro gli occhi e continuo a scannare,
Lascio a casa le mi scuse sono quel che devo fare.
1, 2, 3, 4 i secondi che ho a disposizione per sentirmi affranto,
Ora riapro gli occhi e continuo a scannare,
Lascio a casa le mi scuse sono quel che devo.
Ho un'età in cui comincio a tirare qualche bilancia,
Di un percorso confuso contraddistinto da qualche miraggio,
Qualche amico si diverte a farmi i conti in tasca,
Pezzo di merda non è per l'alcool se non sto in vacanza.
Il bello è che fanno gli offesi,
Pur sapendo come sto da più o meno 90 cazzo di mesi,
Niente di personale se con una mano ti accarezzano
E con l'altra fanno le corna gufando il male.
Ma non mi scordo di Alessandro quando mi han sfrattato,
Emanuele quando l'ho chiamato si è precipitato,
Bailardi e il suo affetto incondizionato,
Di rispetto quando senza batter ciglio mi ha aiutato.
Mentre scrivo ste stronzate si avvicina la cirrosi,
Vorrei tanto che ascoltiate e vi sentiate anche un pelo orgogliosi,
Lo sapete più di questo non vi posso offire,
Sigillo in eterno il mio affetto con queste rime.
Parleranno e parleranno ancora,
Ma sta gente non la senti quando vai ai 100mila allora,
E sento ancora quel macigno in gola,
Corro pure da me stesso non importa i 100mila allora.
1, 2, 3, 4 i secondi che ho a disposizione per sentirmi affranto,
Ora riapro gli occhi e continuo a scannare,
Lascio a casa le mi scuse sono quel che devo fare.
1, 2, 3, 4 i secondi che ho a disposizione per sentirmi affranto,
Ora riapro gli occhi e continuo a scannare,
Lascio a casa le mi scuse sono quel che devo.
Questa musica è la mia maledizione
E al tempo stesso l'unica vera ragione per la quale batte il cuore,
Per la quale non mi fermo,
E nelle notti di Dicembre mentre piango e sporco fogli mi rinfresco giù all'inferno.
Il motivo per il quale non temo neanche i migliori,
Consapevolezza coi piedi per terra stoffa da campioni,
E prima che tu possa sentirti a livello mio,
Muori due volte e risorgi la terza come ho fatto io.
Nelle mie strofe poca poesia,
Semplice dirette zero tempo per pensare asciugo gli occhi e via,
Ho scelto la strada più rischiosa e più puttana,
Se il dolore è servito a qualcosa sono ancora in gara.
Ti amo più della mia vita e lasciarti sarà pesante,
Ma le responsabilità rendono un uomo grande,
Son realistà amore mio ma non mi sono ancora arreso,
Cerca solo di capirmi ho la mia vita in sospeso.
Parleranno e parleranno ancora,
Ma sta gente non la senti quando vai ai 100mila allora,
E sento ancora quel macigno in gola,
Corro pure da me stesso non importa i 100mila allora.
1, 2, 3, 4 i secondi che ho a disposizione per sentirmi affranto,
Ora riapro gli occhi e continuo a scannare,
Lascio a casa le mi scuse sono quel che devo fare.
1, 2, 3, 4 i secondi che ho a disposizione per sentirmi affranto,
Ora riapro gli occhi e continuo a scannare,
Lascio a casa le mi scuse sono quel che devo.